Infertilità maschile

Si parla di infertilità quando in una coppia che decide di avere un figlio, dopo 12 mesi di rapporti non protetti, non si verifica una gravidanza. Il consiglio è di non allarmarsi se la gravidanza non arriva subito, nei primi mesi, perché un’attesa di un anno è nella norma. Se però la coppia ha superato i 35 anni è bene anticipare i tempi, sottoponendosi dopo 6-7 mesi a un esame specifico che valuti lo stato di fertilità dell’uomo.
L’infertilità maschile è infatti responsabile del 50% dei casi di mancata gravidanza, quando un tempo si pensava che la difficoltà di concepimento dipendesse principalmente dalla donna. Spesso si tende a confondere la fertilità con la virilità e a questo proposito occorre liberarsi da certi pregiudizi e agire tempestivamente sulle cause che impediscono il concepimento.

A quale esame occorre sottoporsi per valutare lo stato di fertilità?

L’esame di laboratorio che verifica lo stato di salute del liquido seminale è lo spermiogramma che valuta il numero, la mobilità e la forma degli spermatozoi. Se il numero degli spermatozoi è inferiore ai 15 milioni per ml, o se il numero di spermatozoi dotati di motilità progressiva è inferiore al 32% del totale, o se una percentuale di spermatozoi inferiore al 4% del totale ha una forma alterata, allora ci si orienta verso un disturbo della fertilità maschile. È bene ricordare che tali alterazioni dei parametri spermatici riducono la probabilità di gravidanza, ma non la rendono impossibile, se non nei casi di assenza completa di spermatozoi (azoospermia).
Qualche informazione utile sulla composizione dello sperma: in condizioni normali, un millilitro di sperma contiene tra i 60 ed i 120 milioni di spermatozoi (l’eiaculato medio ha un volume di 3 ml). Questi numeri, apparentemente esorbitanti, sono essenziali per garantire la fecondazione della cellula uovo femminile. Basti pensare che dei milioni di spermatozoi presenti nello sperma e riversati in vagina, solo un centinaio riesce a raggiungere l’ovocita. Dopo questo incontro, per riuscire a penetrare al suo interno, gli spermatozoi devono rilasciare una serie di enzimi capaci di distruggerne i rivestimenti esterni (tra cui la zona pellucida); solamente il primo di loro che riuscirà ad aprirsi una breccia avrà l’onore di fecondare l’uovo.

Appare dunque evidente che un’alterazione qualitativa e quantitativa degli spermatozoi rappresenta una causa determinante di sterilità maschile.

Hai bisogno di informazioni? Contattaci la nostra segreteria è a tua disposizione.